L’altro giorno il mio amico Alberto Angrisano mi ha rivelato che sarebbe comparso all’interno della fiction dedicata a Giacomo Puccini. Non amo le fiction italiane, ma per amor suo ho deciso di vederne una puntata aspettando il suo personaggio. Quello a cui sono andato incontro è stato a dir poco disarmante. Giorgio Capitani, regista con non poca esperienza, mi ha fatto rimpiangere gli odiatissimi trash anni ’70. Il look della fiction è a dir poco ‘vecchio’. Ma attenzione, non ‘saggio’… o ‘maturo’… proprio vecchio. La regia è scandalosa. E vorrei capire perchè. Possibile che un uomo con così tanti anni di cinema sulle spalle abbia potuto girare in quella maniera orripilante una fiction che, per i temi trattati, doveva essere sinonimo di eleganza? Caro Giorgio Capitani, mi spieghi perchè hai usato lo zoom? Perchè, per quale motivo? Per quale necessità estetico narrativa? E’ così brutto che diventa ridicolo. L’uso smodato delle zoomate mi ha veramente innervosito ma non basta. La regia si limita a campo e controcampo, mezzi busti, e qualche totale ogni 20 minuti circa di film. Ignobile. La direzione degli attori è altrettanto ridicola, il doppiaggio (asincrono come se fosse un film neorealista) e le ambientazioni tutte illuminate e prive di chiaroscuri rendono questa fiction fra le più brutte della storia della tv italiana.
Ma forse la cosa più grave, che ritengo artisticamente annichilente, è che questa fiction dovrebbe parlare di musica. Avrebbe dovuto seguirne i movimenti, avrebbe dovuto cullare il protagonista ed invece, è relegata a delle scene miserrime prive di qualunque amore. Non c’è mai un momento in cui si vede il rapporto che l’autore ha con le sue note, in cui il protagonista sia nudo con la sua arte, mai.
Ritengo questa fiction un insulto all’intelligenza umana, un crimine contro l’arte (cinematografica e musicale) e mi chiedo come si possa continuare a produrre spazzatura del genere. Non capisco come le fiction italiane debbano essere brutte per forza, visivamente ridicole e prive di qualunque estro. E non è una questione di soldi. Conosco bene i budget di queste produzioni e sono certo che con quelle cifre ci sarebbero giovani in grado di fare dei prodotti veramente di alto livello. Il fatto è che in Italia le fiction non nascono da esigenze artistiche ma politiche. Chi fa le fiction è amico di qualche politico che in cambio vuole inserire i suoi amici nel cast artistico e tecnico. Qualcuno provi a smentirmi.